Maria Montessori

«Toccare il bambino vuol dire toccare il punto più sensibile di un tutto, che ha le radici nel più remoto passato e si dirige verso l’infinito del futuro. Toccare il bambino vuol dire toccare il punto più delicato e vitale, dove tutto si può decidere e rinnovare, dove tutto ridonda di vita, in cui si trovano chiusi i segreti dell’anima, perché ivi si elabora l’educazione dell’uomo.»




La lunga vita di Maria Montessori comincia a Chiaravalle, in provincia di Ancona, il 31 agosto 1870. Nipote del naturalista Abate Stoppani che nel Risorgimento invitò all’unione tra fede e ragione, e fin da giovanissima fermamente decisa a diventare un medico, Maria rifiutò d’iscriversi alla Scuola Normale, che l’avrebbe portata a diventare una maestra – come tutte le giovani dabbene che desideravano lavorare – s’iscrisse all’istituto tecnico, sezione fisico-matematica. Dopo vari passaggi nel sistema scolastico d’allora, riuscì nel 1893 a iscriversi alla facoltà di medicina; unica donna, tanto che alcune lezioni particolarmente scabrose, come anatomia, dovette affrontarle da sola nell’oscurità dell’obitorio.

Conseguita nel 1896 la laurea, si specializzò in psichiatria e sempre a Roma, nel manicomio di Santa Maria della Pietà, si occupò dei bambini con ritardo mentale che vivevano insieme ai ricoverati adulti, coi quali applicò il metodo educativo dei medici e pedagoghi francesi Itard e Seguin. L’alto risultato che i suoi allievi “anormali” conseguirono nell’esame di ammissione alla scuola comune, la indusse a sperimentare gli stessi criteri educativi con i bambini “normali”, ma socialmente svantaggiati, di San Lorenzo, che era allora il quartiere di prima immigrazione a Roma. Nel 1907 a Via dei Marsi 58 viene così inaugurata la prima Casa dei Bambini, la cui fama si sparge subito nel mondo e porta la dottoressa Montessori ad essere invitata in vari paesi d’Europa e America non solo per spiegare il suo metodo, ma anche per aprire nuove Case dei Bambini nei paesi che via via visitava.

Quando in Italia andò al potere Mussolini, dopo un breve periodo in cui la dottoressa venne indicata come rappresentante della genialità italiana, il suo appello alla libera scelta e all’autodisciplina del bambino la rese invisa al regime. E ancor più lo diventò nel 1932, quando iniziò a tenere conferenze su Educazione e Pace. Nel 1934 Maria Montessori col figlio Mario abbandonarono definitivamente l’Italia per recarsi in Spagna e poi in Olanda, dove stabilirono la loro residenza.

Invitata nel 1938 a Madras in India per tenere alcune conferenze, fu sorpresa dalla seconda guerra mondiale su suolo britannico e, in quanto italiana, considerata prigioniera di guerra. Rimase in India fino al 1946, ma data la sua fama internazionale, le venne concesso di tenere nella sua casa numerosi corsi di formazione a maestre indiane e inglesi. Poté così confermare l’universalità della sua Pedagogia Scientifica, basata sull’osservazione del bambino, del suo sviluppo fisico, psichico e neurologico e arrivare a definire quell’educazione cosmica che costituisce la finalità più profonda del suo metodo.

Tornata in Olanda, si dedicò alla diffusione delle sue scoperte e morì nel 1952 con in mano l’atlante: intendeva col figlio Mario andare in Nigeria, dove l’avevano invitata a tenere dei corsi.






Libri di Maria Montessori:

La scoperta del bambino, Garzanti

Il bambino in famiglia, Garzanti

Il segreto dell’infanzia, Garzanti

L’autoeducazione, Garzanti

La mente del bambino, Garzanti

Educazione per un mondo nuovo, Garzanti

Come educare il potenziale umano, Garzanti

Educazione e Pace, Edizioni Opera Nazionale Montessori






Vedi anche:

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