Libero movimento e volontà: dalla vita pratica alla danza
«Una vita incerta e delicata affiora appena alla coscienza, mettendo i sensi in rapporto con l’ambiente, e subito si propaga attraverso i muscoli, nel perpetuo sforzo di realizzarsi. A nessun essere creato spetta quella sensazione faticosa del volere che ancora non esiste, ma che dovrà comandare: e dovrà comandare cose inerti, per farle attive e disciplinate.»
«I piccoli organi del senso sono quasi gli spiragli dai quali l’anima assorbe le immagini necessarie alla costruzione psichica; ma ai muscoli è riservata la conseguenza pratica della vita. Tutto il lavoro della volontà si dispiega con quei meravigliosi strumenti del movimento.»
«L’uomo, a differenza degli animali, non ha movimenti coordinati fissi; egli tutto deve costruire da sé; e non ha fini, ma deve cercarli. Invece i piccoli dei mammiferi – in gran parte – già alla nascita camminano, corrono, saltano, secondo la specie loro; essi presto eseguiranno esercizi difficili, se dovranno, per eredità, arrampicarsi o saltare ostacoli, o fuggire rapidamente. L’uomo invece non porta nessuna abilità in sé, ma pure è l’essere vivente capace di arrivare ad eseguire i movimenti più vari e più difficili, come quelli degli artigiani della mano, o degli acrobati, o ballerini, o corridori, o campioni di sport.»
«Lo scopo dell’anima è di avere, appunto, tutti questi mezzi di espressione coi quali l’idea diventa azione, il sentimento si realizza in opere.»
«L’errore educativo fu dunque quello di lasciare vagare il pensiero e la fantasia vanamente, permettendo che i sensi rimanessero languenti e i muscoli inerti mentre senso, centro nervoso e muscoli costituiscono tutto un insieme. La correzione necessaria è di mettere in stato attivo il funzionamento degli organi collegati con la vita psichica. Il lavoro mentale dovrebbe essere accompagnato da sensazioni di verità e di bellezza che lo rianimino e da movimenti che mettano in pratica le idee e ne lascino tracce nel mondo esterno, in cui gli uomini debbono darsi aiuto reciprocamente. Gli esercizi muscolari devono essere sempre al servizio dell’anima.»
«Far penetrare l’educazione muscolare nella vita stessa dei bambini [in quella che viene denominata “vita pratica”], è stata una delle principali opere pratiche del nostro metodo, che ha introdotto pienamente l’educazione dei movimenti nell’insieme unico e inscindibile dell’educazione della personalità infantile.»
«Il movimento generico è una funzione rozza, ma se in esso si innesta un motivo di perfezionamento, esso cresce di valore. Questa rivelazione dei bambini, di amare non solo l’attività tendente a uno scopo, ma di essere attratti dai particolari, e perciò dall’esattezza dell’esecuzione, ha aperto un più vasto campo all’educazione. È cioè l’educazione dei movimenti che sorge in prima linea. Chi rimane in contatto con questi bambini si accorge che sotto l’attività che li dirige a raggiungere vari scopi pratici, esiste uno speciale segreto di successo: è la precisione, l’esattezza con cui gli atti si devono compiere.»
«Ogni azione complessa ha momenti successivi ben distinti tra loro; un atto segue l’altro. Cercare di riconoscere e di eseguire esattamente e separatamente quegli atti successivi, è l’analisi dei movimenti. L’imperfezione consiste nell’eseguire e confondere insieme vari dei movimenti successivi dell’azione. È un fatto simile alla pronuncia abborracciata di lunghe parole, dove varie sillabe sono riunite in un suono incerto e talvolta incomprensibile. Noi, in genere, abbiamo in rapporto a molti movimenti una inesattezza che proviene da mancanza di educazione, e che rimane in noi, benché ne siamo inconsci, come uno stigma d’inferiorità. Quel che consegue agli oggetti così male usati, ricade su di noi: perché i nostri movimenti rimangono di una rozzezza, di una grossolanità, che guastano l’armonia della persona.»
«L’analisi dei movimenti va unita all’economia dei movimenti: non eseguire nessun movimento superfluo allo scopo, è, infine, il grado supremo della perfezione. Allora ne viene come conseguenza il movimento estetico, l’attitudine artistica. I movimenti greci, e quelli che oggi ad essi somigliano, come nella danza giapponese, non sono altro che una selezione dei movimenti assolutamente necessari, nella successione analitica degli atti. Ma ciò non si riferisce solo all’arte: è un principio generale in ogni atto della vita.»
Citazioni di Il segreto dell’infanzia e La scoperta del bambino. Le parole sono tutte di Maria Montessori, la sequenza dei capoversi è governata dalla consequenzialità del discorso che abbiamo iniziato sul nostro sito riguardo la vita pratica.
Enrica Baldi