L’arte dell’incisione di Isabella Collodi
Isabella Collodi educa all’incisione bambine e bambini della scuola elementare e media nel suo studio nei pressi di Piazzale Clodio.
Queste sono le incisioni e i disegni di Carolina (9 anni), la sua più recente allieva, che è stata iniziata da Isabella all’arte dell’incisione su rame tre mesi fa.
Chiunque sia interessato a questi corsi, individuali e collettivi, può chiamare il numero 377.276.68.66 o scrivere a info@tenera-mente-onlus.org.
Per ulteriori informazioni rinviamo a http://isabellacollodi.myblog.it/
“Isabella privilegia l’acquaforte talora unita alla puntasecca. La tecnica nell’immagine si fa linguaggio, e ciascuno sceglie quello che gli è più propizio. (…) Il mondo poetico di Isabella si appaga e insieme si realizza nell’acquaforte, la quale tuttavia (anche se l’artista è ormai maestra nell’uso sempre più sottile di punte e morsure) non è suo mezzo esclusivo. I disegni acquerellati senza in nulla mutare l’approccio a una dimensione fantastica definita da tempo, aggiungono tuttavia qualcosa che in certa misura rimescola le carte: un sovrappiù di poeticità, come se della parola facesse parte ora un’eco, l’alone di una cromia che permea, soffonde e rende ineffabile quanto l’incisione dice con più penetrante nitore. Il racconto dunque, una volta varcata la soglia della fantasia (ciò che avviene non appena Isabella prende in mano la punta o il pennino) sembra procedere per sentieri sempre più remoti dalla realtà nostra quotidiana – ma per attingere, va da sé, un’altra realtà, quella della poesia – non estraniante, non meno nostra, e più consolante. (…) Gli esempi si moltiplicherebbero quante sono le stampe e i disegni, analoghi ma ogni volta reinventati, mai uguali, perché uguali non sono le foglie dell’albero rigoglioso, anzi della foresta che è l’immaginazione di Isabella. Ma prima di rimandare alle opere va sottolineato un tratto saliente che emerge soprattutto negli ampi spazi del paesaggio: l’erba, i tronchi, le foglie, i riflessi nell’acqua. I labirinti del segno vi si fanno equidistanti dalla natura (tallonata talora con classica e mirabile fedeltà), e dalla pura fantasia, ispirata, astratta, ma non meno reale e coinvolgente. Sono appunto i miracoli di una maestria tecnica e insieme affabulatoria, di un segno esperto che si fa parola sensibile e calda.”
Da Guido Giuffrè: Il lago è salito al cielo