La “pedagogia sociale” di Charles Dickens
Nell’anno 1812 nasce il 7 febbraio Charles Dickens che, nell’arco della vita, ebbe a scrivere romanzi che si rivolgono alla “pedagogia sociale”, oltre che personale e individuale, come dai titoli dei suoi scritti, tutti dedicati a figure infantili e giovanili; caratteristiche individuali che si collegavano a livello sistemico con quelle che erano le caratteristiche collettive e sociali delle nazioni e degli stati europei in formazione; legate anche alla precarietà del cibo, alla necessità del lavoro per ognuno e, da ciò, anche alla paga e alla ricompensa pecuniaria che permetteva la sopravvivenza.
In questo senso la sua scrittura si dipana nell’ambito sociale, in particolare come guida di pedagogia e psicologia sociale, nel solco parallelo dell’emergere nella Chiesa delle figure dei cosiddetti “santi sociali”, quali San Giovanni Bosco, Don Cafasso e altri, a sua immagine… fino ad arrivare anche a Don Luigi Orione; tutte figure ecclesiali, indottrinate religiosamente, ma anche aperte ai bisogni degli umili, dei poveri, dei bisognosi, così come la figura di Charles Dickens. La spiritualità non è più una monade individualistica, che è roccaforte a se stessa, ma diventa una accoglienza semplice di carità, di amore, di normalità, che apre all’insegnamento, all’acculturamento, all’istruzione scolastica giovanile e, poi, superiore; anche universitaria.
Charles Dickens si può considerare come un grande pedagogo e anche uno psicologo di prima impronta personalistica, poiché dai suoi libri fa emergere figure indimenticabili ma vere, a specchio di un’epoca, quella ottocentesca, che andava ad aprirsi alla successiva modernità del Novecento con le sue realtà susseguenti, industriali e infine belliche e post belliche. Charles Dickens per primo volge lo sguardo ai bambini reietti, abbandonati, non considerati, bisognosi; e il suo è uno sguardo di pietà, ma anche di durezza sociale verso la realtà che li ignora e nello stesso tempo ne è la concausa per l’esistere disagiato e povero, privo di ogni necessario provvedimento per l’esistere e la sopravvivenza. Lo scrittore punta l’indice sulla necessità della carità, in particolare verso la cosiddetta prima e seconda infanzia, che poi diviene adolescenza e giovinezza, fino a permettere al lettore l’accesso all’età adulta, che forma gli uomini e le donne.
Tra l’Ottocento e il Novecento si delineano in parallelo due diversi tipi di pedagogia e psicologia che vanno a formare la nuova scienza della neuropsichiatria e psicologia infantile. I suoi romanzi sono un progetto esplicativo ed educativo nel loro insieme, che forma un vero corpus socio-pedagogico in parallelo con la “santità sociale”, che si apre in Europa nel nome di Dio, ma soprattutto nel nome del bisogno, della carità come necessaria, come comprensione verso quell’ognuno/a che tutti siamo e rappresentiamo.
E per nostra fortuna i suoi romanzi sono stati trasmessi non solo su carta stampata, ma anche al cinema e in TV, in fiction indimenticabili, che io stessa ricordo.
Marinella Canale
FILM
Charles Dickens, i film tratti dalle sue opere: da A Christmas Carol a Oliver Twist.
FICTION TV
“David Copperfield”, sceneggiato diretto da Anton Giulio Majano (1912-1994)
Il Circolo Pickwick”, miniserie televisiva diretta da Ugo Gregoretti (1968)