Giornata della memoria armena
Armeni e italiani in piazza il 24 aprile per ricordare il genocidio e sostenere il Nagorno Karabakh.
Domenica 24 aprile, dalle 15.00, si svolgerà a Roma in piazza del Pantheon una manifestazione organizzata in concomitanza con la Giornata della memoria armena per ricordare l’anniversario del genocidio perpetrato dal governo turco ottomano nel 1915.
Ai discorsi ufficiali si alterneranno balli e canti folkloristici del famoso corpo di danza armeno “Tatul Althunian ensemble” che in questi giorni è per la prima volta in tour in Italia; i suoni e le coreografie degli artisti armeni incarnano perfettamente la gioia del popolo armeno, la sua capacità di guardare oltre l’ostacolo, di superare le tante avversità che la storia ha purtroppo riservato ad esso. Ricordare il genocidio di un milione e mezzo di cristiani armeni nel 1915 attraverso la musica e il ballo, significa – nelle intenzioni dei promotori della manifestazione – superare la cultura del lutto, guardare avanti. Guardare oltre. Ma senza mai abbassare mai la guardia.
Il futuro degli armeni è salvaguardare la memoria del Grande Male, tutelare la repubblica di Armenia e difendere i confini della piccola repubblica del Nagorno Karabakh Artsakh.
Enrica Baldi, presidente di “tenera mente – onlus”, contribuirà col suo intervento su “La danza nella memoria e nell’educazione”.
L’evento è aperto alla partecipazione di tutti coloro che vorranno testimoniare solidarietà alla comunità armena.
LE DANZE TATUL E LA MEMORIA DEGLI ARMENI
Quando si parla di genocidio e di crimini contro l’umanità – in cui è l’umanità stessa che muore – bisogna cercare di capire cosa sia l’umanità.
La danza è una delle prime manifestazioni dell’umanità. Gli animali non danzano: s’inseguono, saltano, giocano, si rotolano per terra, camminano insieme con ottimo coordinamento motorio… ma non danzano.
Tuttavia, è proprio nella parte animale dell’essere umano che nasce la danza come manifestazione collettiva: è la vitalità dell’animale ad animare nell’uomo la danza, a renderla una manifestazione pura della vita.
E a questa vitalità rimandano le danze Tatul, che si stanno svolgendo in questo momento in questa magnifica piazza, in cui il coordinamento motorio collettivo si perfeziona secondo uno schema preordinato del movimento nello spazio: la coreografia, che a quel coordinamento motorio dà anche un senso rappresentativo-narrativo.
La mente agisce sui corpi per costruire quella particolare forma di armonia collettiva che è la danza tradizionale. Ogni tipo di mente produce una particolare qualità di movimento, che è data da come il sistema muscolare dialoga col mondo esterno; quel sistema muscolare che Montessori chiama il Grande Principe e che contrappone al Pastore, il sistema neurovegetativo, in cui risiedono le emozioni. E’ attraverso i muscoli che l’essere umano mette in atto la sua volontà nel mondo.
In queste danze Tatul, in cui il maschile e il femminile dialogano davanti a noi a configurare tutta la complessità dell’essere umano, i movimenti si caratterizzano per un’estrema fluidità nelle donne, un’estrema agilità negli uomini.
E questa fluidità, questa agilità, evidenziano due qualità che caratterizzano l’anima armena: l’apertura mentale e la capacità di vivere in dimensioni diverse. Qualità entrambe che stanno alla base della straordinaria capacità di integrazione di questo popolo, che è forse oggi il valore più importare da tramandare alle nuove generazioni.
Per questo la danza è importante a perpetuare una cultura: la memoria di un popolo e dei suoi valori si racchiude anche nei suoi movimenti.
Enrica Baldi