Che tipo di nonna fu Maria Montessori?
Che tipo di nonna fu Maria Montessori, e come la vedevano i nipoti?
Lo spiega con molta chiarezza Marilena, prima figlia di Mario, in un suo recentissimo scritto:
“Non abbiamo mai considerato Maria Montessori come ‘nonna’. Per noi, era il centro dell’universo: l’essere che osservava, decideva, esigeva, comandava. L’onniscenza della nostra esistenza. Noi pochi intimi la chiamavamo Mammolina. Era un essere unico. Del tutto diversa dal resto dell’umanità. […] Vedeva le cose cent’anni prima del resto dell’umanità. Una forza cosmica la spingeva a continuare lungo la strada che da sé non avrebbe mai scelta. Rispondeva alla forza del suo destino. Intellettualmente era una visionaria, un inventore come Marconi, Bell o Edison. Emozionalmente era una donna di buona famiglia dell’era vittoriana. Fu lei che mi aiutò a scoprire me stessa.”
E ancora, per spiegare lo strettissimo rapporto con la nonna:
“E’ lei, Maria, che mi accolse per prima in questo mondo: fu lei la prima a vedermi, toccarmi, sentirmi. Al momento del parto mia madre fece prima del previsto, la levatrice non era presente e Maria si trovò da sola ad assisterla. Durante tutta la vita mi ha spesso ripetuto l’enorme emozione che aveva provato alla mia nascita quasi 89 anni fa: il 16 giugno 1919.”
Insieme ai fratelli, in particolare Mario jr., più giovane di appena due anni, Marilena fu molto vicina alla nonna, che la voleva con sé anche quando riceveva personalità importanti.
Maria raccontava ai piccoli “mille storie, mai favole”: non fate, streghe o giganti, ma le storie della Bibbia, l’Iliade, le parole di Gesù, le imprese dei grandi personaggi storici, degli esploratori, musicisti, inventori, poeti. “Ci parlava di altri popoli, altre religioni, altre culture.”
Nel periodo in cui la famiglia visse a Roma, “Maria ci portava a spasso in carrozzella, raccontandoci tutte le storie e le leggende legate ad ogni monumento, chiesa o fontana […].”
Paola Giovetti, Maria Montessori: Una biografia, Edizioni Mediterranee