La verde miccia che sospinge il fiore
Nel giorno anniversario della nascita di San Francesco, grande santo e grande poeta che, col “Cantico delle creature”, iniziò la tradizione letteraria italiana, “tenera mente onlus” propone laboratori di letture poetiche nelle scuole medie e superiori, centrati sul complesso rapporto tra l’essere umano e la natura.
Leggere una poesia significa per un adolescente trovare un sostegno nella fatica di crescere: riconoscere ed elaborare sentimenti ed emozioni che turbano, perché ancora magmatiche e indistinte.
Leggere insieme una poesia significa incontrare gli altri al livello della sensibilità prima del livello logico-razionale; da questo incontro scaturisce una forza coesiva particolarmente importante negli adolescenti.
Leggere ad alta voce una poesia significa potenziare la voce naturale e la dizione, migliorando la comunicazione e il desiderio di comunicare.
Apprenderla a memoria significa esercitare le facoltà mnemoniche e migliorare il rendimento scolastico.
La poesia è rigenerante della sensibilità essenziale dell’individuo. Il poeta ferma sulla carta e condivide col lettore non solo l’esperienza di un evento emotivo – primo tra tutti quello dell’amore – ma anche la percezione stessa della natura in uno dei suoi molteplici aspetti:
“nell’ora in cui l’aria s’arancia”
“Remota immota tramonta la luna!”
Il poeta testimonia anche il modo, unico e imprevedibile, in cui l’esperienza della natura si lega con la sua esperienza più intima:
“Invece il sangue ferveva
di meraviglia, a vedere
ogni uccello mutarsi in stella
nel cielo.”
“Le stelle camminano tra i sassi
e tu mi salvi dal sogno selvaggio
dell’amore.”
“Quale foresta di ignari abeti ristorava
le mie perdute forze?”
“Ho visto il cielo gongolarsi: era purpureo
poi man mano si schiariva ed io mi
schiarivo con esso: non riuscivo ad
essere esso!”
Attraverso il poeta, la natura diventa luogo e simbolo della realtà più profonda dell’essere umano e questo è particolarmente importante oggi, quando il rapporto tra essere umano e natura sembra essere così danneggiato:
“Gli uccelli sono sempre i primi
pensieri del mondo.”
“La forza che attraverso la verde miccia sospinge il fiore
sospinge la mia verde età.”
“Invano ora cerco gli occhi degli alberi.
Forse non li vedo
perché albero non sono più.”
“La terra vuole avere ogni giorno dalla notte
un salvacondotto per l’universo.”
Infine, nella pienezza e completezza della natura il poeta proietta il proprio desiderio di pace:
“Che da ogni stella sgorghi la rugiada
e ogni spiga si fonda in oro,
e quando gli agnelli pascoleranno sul monte
germoglino e fioriscano le zolle.”
Le poesie proposte per questi laboratorio sono di poeti di diverse nazionalità: quelle delle lingue che vengono insegnate nella scuola in cui si svolgerà il laboratorio, e quelle degli studenti che la frequentano: rumeni, polacchi, armeni, turchi, russi, dell’Africa, dell’America Latina, dell’Asia… Le poesie di poeti stranieri saranno lette in entrambe le lingue.
Saranno privilegiate le poesie del ‘900, proposte dalla conduttrice del laboratorio, Enrica Baldi, e dai partecipanti. La loro selezione avverrà spontaneamente da parte degli stessi studenti e saranno poi lette con varie modalità, tutte volte a coglierne la vitalità più profonda, attraverso l’individuazione del ritmo, della scansione sillabica e della cesura del verso. Studentesse e studenti che suonino uno strumento o che sappiano danzare contribuiranno con suoni, ritmi e movimenti.
Gli incontri, di due ore ciascuno, avranno frequenza settimanale e si svolgeranno nell’arco di sei mesi nell’aula messa a disposizione dalla scuola. La messa in scena finale avverrà nell’aula magna a impatto zero: senza illuminazioni particolari e senza microfoni. Nel laboratorio verrà infatti dedicata particolare cura allo sviluppo della voce naturale.
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