Donald Winnicott
“Per occuparsi in modo appropriato di un bambino, ci vogliono degli esseri umani, e questi devono essere di un certo tipo; e c’è ben poca disponibilità di persone di questo genere. Un lavoro perché sia buono deve avere un carattere personale, altrimenti assume toni crudeli e confusivi sia per l’operatore sia per il bambino. Solo le persone sufficientemente sicure di sé da poter essere se stesse e da agire in modo spontaneo, sono in grado di comportarsi anche in modo costantemente coerente.”
Donald Winnicott (Plymouth, 7 aprile 1896 – Londra, 28 gennaio 1971) Studiò medicina a Cambridge, laureandosi nel 1923. Nello stesso anno cominciò un’analisi personale e, successivamente, diventato psicoanalista della Società Psicoanalitica Britannica, si discostò dall’ortodossia psicoanalitica ed entrò nel gruppo degli “indipendenti” britannici, passando alla storia come uno dei pionieri della scuola delle relazioni oggettuali.
La sua concomitante professione di pediatra lo porta a osservare a lungo i bambini e la loro interazione con la madre, permettendogli così di elaborare originali teorie sullo sviluppo psicologico ed emotivo del bambino, tra cui quella del “falso sé”. Con questo termine intendeva indicare la reazione di bambini, adolescenti e anche adulti, in risposta a un pesante senso di inutilità soggettiva, di non-esistenza.
Il falso sé deriverebbe da un rapporto primario del bambino con una madre che non risponde in maniera soddisfacente ai suoi bisogni. A questo fine
Winnicott elabora la teoria della madre “sufficientemente buona” e dell’”oggetto transizionale” che accompagna il bambino nel distacco da lei. Se la madre non è “sufficientemente buona” o se il distacco da lei avviene troppo bruscamente, viene impedita la crescita del “vero sé”. Si forma allora il falso sé, un sé privo di energia soggettiva, fatto di accondiscendenze e di adeguamento conformista alle norme – soprattutto quando i bambini separati dalla madre e dalle famiglie sono ospiti di istituzioni.
Gran parte delle sue osservazioni sul bambino separato dalla famiglia si basa sul ruolo che ebbe nell’organizzare – come pediatra e come psicoanalista – la vita dei bambini sfollati da Londra e da altre città del Regno Unito durante la seconda guerra mondiale, esperienze riportate nel libro Il bambino deprivato. Le origini della tendenza antisociale.
Libri di Donald Winnicott
La famiglia e lo sviluppo dell’individuo, Armando Editore
Il bambino e il mondo esterno, Giunti e Barbera
Gioco e realtà, Armando Editore
Sviluppo affettivo e ambiente: studi sulla teoria dello sviluppo affettivo, Armando Editore
Colloqui terapeutici con i bambini, Armando Editore
Il bambino e la famiglia, Giunti e Barbera
Dalla pediatria alla psicoanalisi: scritti scelti, Martinelli Editore
Sostenere e interpretare, Magi Edizioni
Una bambina di nome Piggle, Bollati Boringhieri
Il bambino deprivato: le origini della tendenza antisociale, Raffaele Cortina Editore
I bambini e le loro madri, Raffaele Cortina Editore
Sulla natura umana, Raffaele Cortina Editore
Dal luogo delle origini, Raffaele Cortina Editore
Lettere, Raffaele Cortina Editore
Colloqui con i genitori, Raffaele Cortina Editore
Il bambino, la famiglia e il mondo esterno, Magi Edizioni